Parafrasi - Opera Omnia >>  Guido Guinizelli : « Rime » Testo originale    




 

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I


[ 1 : Madonna, il fino amor ched eo vo porto ]

Madonna, l'amore sublime che vi porto mi dona tanta gioia e allegria (mi pare proprio una concessione d'Amore), che da ogni parte mi offre sostegno a stimare me stesso col solo ricordo dell'affetto per voi, perché la mia natura mi spinge a essere tanto profondamente innamorato di voi, perfetta, che mai Amore mi può concedere con nessun'altra un piacere così perfetto: anzi, sono contento di dover sopportare ogni tormento per voi.

Però, che una creatura amorevole come voi dia gioia senza che l'uomo debba poi provare la gioia suprema, mi sembra cosa ingannevole, perché l'Amore, quando è da una parte sola, per propria natura cagiona la morte, tanto la passione è violenta, e io, che sono prigioniero di un tale amore, mi ritengo esposto a grave pericolo e non so quale sia l'esito naturale di ciò, se non che, come ho sentito dire, in quell'amore è riposto un inganno pericoloso, che porta l'uomo a praticare un diletto nocivo.

Un desiderio poco nobile vi potrebbe mostrare come sono stato preso da un amore amaro per voi, ma non lo voglio dire, perché vi devo solo lodare in ogni modo: altrimenti, se non ve ne tolgo il biasimo, per questo dovrei accusarvi di essere spietata. Mi sarà meno duro da sopportare, perché Amore fa proclamare proprio che ogni forma di scortesia venga messa al bando e minaccia di togliere la sua protezione su denuncia di chi riceve il male: ma voi non intendo certo biasimarvi. Se uno è uomo di valore, resista.

Madonna, tutto quello che valgo dipende da voi, ma mi accade alla vostra presenza di perdere ogni vigore, se è vero che le cose, quando sono vicine a chi le ha create, si muovono spontaneamente e con immediatezza per andare là dove sono nate. Si staccano da me per venire da voi, laddove sono tutte riunite. E questo è anche quello che si vede fare a ciascuno, dato che preferisce mettersi insieme con quelli più numerosi e più buoni, che non amano stare separati, se proprio non vengano messi con i malvagi.

In quella regione posta a nord sono i monti della calamita, che danno all'aria il potere di attirare il ferro, ma siccome la regione è lontana, l'aria si serve di simile minerale per fare sì che l'ago della bussola si volga verso la stella polare. Ma anche voi siete quella che possedete i monti del valore, dai quali si diffonde per l'aria l'amore e certamente, nonostante la lontananza, dispiega il proprio potere senza che ci sia bisogno di altro.

Ah Dio, non so come comportarmi, se ogni giorno canto alla bella fascinosa senza che quella dia segno di volermi ascoltare, perché in lei non trovo nessuna buona propensione per me, affinché io osi dichiararmi umilmente a lei per invocare pietà, eppure so di avere ogni perfetta esperienza d'Amore che mi domina, tanto che ogni parola che a tal fine riesco a dire pare un corpo morto, colpito perché venga sconfitto il mio cuore, che evita la battaglia in cui Amore vince.

Madonna, le parole che vi dico mostrano che in me c'è un eccesso di sincerità, e che in voi non riesce a trovare compassione ciò che esprimo con fatica. È poi chiaro che Amore sia incapace in mio favore di aver ragione del vostro potere e nemmeno riesco a spiegarmi il perché di ciò, se non che ho motivo di pensare che Amore non potrebbe nutrire vero affetto per voi, e ritengo per certo che lui vi dica: "Fa' in modo di tenerlo innamorato di te, tanto che alla fine muoia per mancanza d'amore".

Da qui in avanti voglio smettere di cantare, ma non di amare, e vi sia ben noto il dono del mio affetto, di cui credo di aver dato per voi una caparra tanto forte: se generoso è il compenso, molto è il guadagno.



II


[ 2 : Donna, l'Amor mi sforza ]

Donna, l'amore mi spinge a dovervi confessare il mio amore, e ogni giorno che passa rafforza la mia passione: almeno ne ricevessi un compenso! Vi confido apertamente che il mio cuore è tanto prigioniero di voi, amore vivo e reale, che muore di dolore, distrutto dalla passione ardente.

Una nave che esce dal porto sotto un vento dolce e moderato, raggiunge l'alto mare, ma dopo che sopravviene il tempo avverso incappa nella tempesta, causa di grande affanno. Allora si fa ogni sforzo per poter trovare uno scampo alla morte per naufragio. Nello stesso modo io, sorpreso dal turbine della passione, da uno stato di quiete mi sono trovato in balia della tempesta.

Madonna, sentii dire che nell'aria si produce il fulmine dallo scontro di venti opposti. Se questo non si spenge in mezzo alle nuvole, finisce per ardere rapidamente ciò che gli si para davanti. Così nei nostri desideri in contrasto fra loro nasce un fuoco che solo le lacrime e le pene riescono in parte a estinguere.

È duro servire un signore ostile, sperando di esserne ricompensati, e mostrare nell'aspetto esteriore, contrariamente a quello che si pensa, che il tormento sia gioia. Perciò il signore, Amore, si deve compiacere di me che voglio agire correttamente, osando gloriarmi con orgoglio del fatto che, a dire la verità, sono ridotto a dipingere vanamente l'aria.

Dico di essere impiegato a dipingere l'aria, perché sono ridotto a lavorare senza alcun guadagno. Ahimè, che è stato cadere in suo potere! Amore mi ha ridotto a una simile condizione, rendendomi fra tutti il più infelice. O signor Gesù Cristo, il mio destino è stato quello di nascere per essere sempre innamorato? Siccome madonna l'ha capito, è meglio che io muoia senz'altro: forse ne avrà compassione.



III


[ 3 : Al cor gentil rempaira sempre Amore ]

L'amore torna regolarmente [quindi ha la sua vera dimora] nel cuore d'animo nobile [gentile], come l'uccello nel bosco ritorna in mezzo al verde; e la natura non creò l'amore prima del cuore gentile, né il cuore gentile prima dell'amore: allo stesso modo, appena fu creato il sole, subito lo splendore apparve luminoso, né lo splendore apparve prima del sole; e l'amore prende il suo posto nel cuore gentile così naturalmente come il calore prende posto nella luce del fuoco.

Il fuoco dell'amore si desta dentro il cuore gentile allo stesso modo che le proprietà tipiche delle pietre preziose si manifestano in esse: tali virtù discendono dalle stelle e si destano nelle pietre, ma non prima che il sole le abbia purificate, facendone gentil cosa; una volta che il sole, con la sua forza, ha tratto fuori dalla pietra ogni impurità, la stella le conferisce la sua proprietà: alla stessa maniera nel cuore, che la natura ha reso eletto, puro e gentile, nasce l'amore per l'influsso della donna, simile all'influsso della stella.

L'amore sta nel cuor gentile per la stessa ragione per cui il fuoco sta in cima alla torcia: lì il fuoco splende a suo piacere, luminoso e sottile; e non potrebbe starvi in altro modo tanto è impetuoso. Allo stesso modo, un animo vile respinge l'amore, come l'acqua, a causa della sua freddezza, respinge il fuoco che è caldo. L'amore è attratto dal cuore gentile, per il fatto che il luogo è adatto ad esso, allo stesso modo che il diamante è attratto dalla miniera del ferro.

Il sole colpisce il fango per tutto il giorno: ma il fango rimane vile, mentre il sole non perde il proprio calore; [allo stesso modo] un uomo superbo per la sua nobiltà di nascita dice: "Io sono gentile per nascita"; paragono quest'uomo al fango, e la gentilezza al sole: poiché non si deve credere che la gentilezza si trovi, all'infuori del cuore nella dignità ereditaria, se non possiede un gentil cuore incline alla virtù, come l'acqua si fa attraversare dal raggio luminoso, ma senza accogliere in sé lo splendore delle stelle, che rimane nel cielo.

Dio creatore splende dinanzi all'intelligenza del cielo più che il sole ai nostri occhi: essa conosce immediatamente il proprio creatore, di là dal moto celeste cui è deputata, e nel far girare il cielo prende a ubbidirgli; e a quel modo che istantaneamente tien dietro [all'intuizione] la perfezione dell'atto disposto dal giusto Dio, così, in verità, la bella donna, una volta che splende agli occhi del suo nobile fedele, dovrebbe comunicar[gli] tal desiderio che mai si staccasse dall'obbedienza di lei.

Donna, Dio mi dirà: "Che presunzione hai avuto?", quando la mia anima sarà davanti a lui. "Hai attraversato il cielo e sei venuto fino a Me, e Mi hai usato come termine di paragone per un amore vano, profano: perché le lodi spettano solo a Me e alla Madonna, regina del cielo, grazie alla quale cessa ogni peccato". Potrò dire a Lui: "Aveva l'aspetto di un angelo che appartenesse al tuo regno; non feci peccato se posi in lei il mio amore".



IV


[ 4 : Tegno de folle 'mpres', a lo ver dire ]

Ritengo un'impresa temeraria, a dire il vero, mettersi alla mercé di uno troppo potente, come i miei occhi che si specchiarono in quelli della donna più affascinante, rimanendone vinti senza che altre bellezze diano a lei forza: sono spinti a farlo proprio come la schiera dei vassalli di un signore potente che, quando lui vuole usare la sua forza, si prepara tutta a esaltarne il valore.

Il colpo fu tanto violento, che i miei occhi non riuscirono a opporre nessuna resistenza, ma passò direttamente nel cuore che, dopo averlo ricevuto, avvertì di essere gravemente ferito. E lei lo risparmiò come si risparmia uno che, ridotto in gravi condizioni, deve solo andare a stendersi sul letto per morire: lei non se ne preoccupa affatto, ma se ne va via altera, vedendosi superiore, bella e affascinante.

Il colpo fu tanto violento, che i miei occhi non riuscirono a opporre nessuna resistenza, ma passò direttamente nel cuore che, dopo averlo ricevuto, avvertì di essere gravemente ferito. E lei lo risparmiò come si risparmia uno che, ridotto in gravi condizioni, deve solo andare a stendersi sul letto per morire: lei non se ne preoccupa affatto, ma se ne va via altera, vedendosi superiore, bella e affascinante. Si può ben ritenere superiore quanto vuole, perché è la donna più bella che si possa trovare e fra le altre appare come un sole luminoso, riuscendo a eclissarle con grande facilità, giacché ha in sé fascino, atteggiamenti avvenenti, saggezza, affabilità e bellezza somma. Sembra presente in lei ogni dote.

In breve posso affermare che la mia donna è fra tutte un gioiello prezioso degno di essere ammirato quando appare più affascinante fra le altre, perché fa risplendere tutta la campagna e infonde gioia a ciò che la circonda. Se appare di notte, emana splendore come il sole di giorno, a tal punto rende l'aria luminosa: e per questo il giorno la invidia fortemente, perché lui solo aveva la luce, mentre ora anche la notte, grazie a lei, ne è dotata in pari misura.

Amore mi ha incaricato di servirla: che io lo voglia o no, è così, e non so certo ben vedere la ragione per cui io sia potuto cadere in queste traversie: lei non mostra di accettare il mio servire né mi dà un segno di affetto per il quale io possa diventare suo amante; si limita a esibire i suoi pregi effettivi che la rendono adorabile, e io provo gioia a morire per il suo amore.



V


[ 5 : Ch'eo cor avesse, mi potea laudare ]

Potevo vantarmi di avere il cuore prima di innamorarmi di voi, e ora invece questo, per la dura lotta fra voi e me, è diventato fiero e sprezzante, perché all'improvviso mi fa passare dal ghiaccio al fuoco, dalla passione ardente alla fredda indifferenza. Tanto l'ansia senza limiti mi tormenta, che sembro vivo e dentro ho la morte, che si nasconde dentro il mio essere; e tanto sono in contrasto con il cuore, che la minaccia di lotta è costante. Chi ne vuole avere una prova sicura, se si intende d'amore, mi osservi bene: porto la morte scritta in faccia.



VI


[ 6 : Gentil donzella, di pregio nomata ]

Gentile fanciulla che tutti conoscono per il suo valore, degna di lode e di tutto l'onore, non era ancora nata una come voi, così perfetta nella sua virtù, pare che in voi trovi riscontro ogni parola della divinità dell'alto dio dell'amore; siete testimone di tutto ciò che occorre, di qualità e di bellezza: perché il vostro viso emana una luce così grande che non esiste una donna che abbia in sé una bellezza che davanti a voi non le adombri in viso; tutte le bellezze sono perfezionate a causa vostra, e ciascuon fiore fiorisce a suo modo il giorno in cui voi vi fate vedere.



VII


[ 7 : Lamentomi di mia disaventura ]

Mi lamento per la mia sfortuna e per il mio destino avverso, io che mi ostino nell'amore smisurato per una donna dalla quale non sono corrisposto, e la Speranza mi dice: "Resisti, non ti dare per vinto nonostante che ti si mostri ostile, perché anche il frutto più aspro arriva a maturazione e diviene dolce dopo lunga attesa". E così voglio credere alla Speranza: credo che mi consigli lealmente dicendomi di stare al suo servizio in modo schietto. Sarò remunerato molto bene: davvero mi sembra la regina di Francia, giacché di tutte le altre mi pare la più nobile e cortese.



VIII


[ 8 : Lo vostro bel saluto e 'l gentil sguardo ]

Il vostro saluto bello e lo sguardo gentile che mi fate quando vi incontro, mi uccide: mi assalgono i sentimenti dell'amore e non so se questo mi danneggerà o alla fine [la sorte] avrà pietà di me, perché è come se mi fosse stata lanciata una freccia, che mi ha trafitto il cuore e da parte a parte lo ho ferito e lacerato; non riesco a parlare, giacché patisco forti sofferenze, come coloro che si ritrovano in punto di morte. Passa per gli occhi come se fosse un fulmine, che entrando dalla finestra di una torre spezza e danneggia tutto ciò che trova dentro; rimango [immobile] come una statua d'ottone nella quale non si manifestano né vita né anima, ma che ha solo la sembianza di un uomo.



IX


[ 9 : Vedut'ho la lucente stella diana ]

Ho veduto una Venere luminosa, annunciatrice della luce diurna, che appare prima che l'arrivo del giorno porti il chiarore dell'alba, e ha preso le forme di una figura umana; e mi pare che splendi più di ogni altro astro: un viso chiaro come la neve macchiato di rosso nelle gote, degli occhi luminosi pieni d'amore e di felicità; non credo che esista al mondo una donna così bella e piena di virtù. E io sono tanto colpito dalla sua virtù che mi si spezza la voce, tanto che davanti a lei non avrei il coraggio di parlarle. [Anzi sarebbe meglio ci provassi] così saprebbe quanto la desidero! e così, senza chiederle niente, riceverei le sue attenzioni, per la pietà che si ha per chi prova delle sofferenze.



X


[ 10 : Io voglio del ver la mia donna laudare ]

Io voglio lodare la mia donna in modo veritiero e paragonarla alla rosa e al giglio: più di Venere, l’astro che annuncia il mattino, splende e appare in tutta la sua luminosità, e paragono a lei la bellezza del cielo. A lei associo la verde campagna e l'aria, tutti i colori dei fiori, dal giallo al rosso, e l'oro e l'azzurro [delle gemme] e i ricchi gioielli che si danno in dono: perfino Amore grazie a lei si approssima ancor più alla perfezione. Passa per le belle vie, ed è cosi gentile che svanisce l'orgoglio di coloro ai quali concede il suo saluto, e lo converte alla nostra fede se non è credente; e non può avvicinarsi a lei nessun uomo che sia vile; e ancora vi dirò di un'altra sua virtù: nessun uomo, finché la vede, può concepire pensieri peccaminosi.



XI


[ 11 : Dolente, lasso, già non m'asecuro ]

Povero me infelice! Non posso certo stare tranquillo: tu, Amore, mi aggredisci facendomi guerra, e io nello scontro con te non riesco a tenermi in piedi, perché immediatamente mi sbatti a terra, come un muro colpito dal fulmine e gli alberi sotto le forti raffiche del vento. Dice il mio cuore agli occhi: "Muoio per colpa vostra", e gli occhi dicono al cuore: "Tu ci hai mandati in rovina". Fu un lampo di luce abbagliante, che passando attraverso gli occhi colpì il cuore, e ora io mi trovo ridotto in condizioni così disperate: la colpa ce l'hanno gli occhi belli e pieni d'amore che mi ferirono il cuore con un desiderio tanto violento come un tiro di balestra che colpisce l'uccello con una freccia a rete.



XII


[ 12 : Si sono angostïoso e pien di doglia ]

Io sono così in pena e così pieno di dolore, che mi fa sospirare e mi tormenta, da fiacchiare ogni mia forza di volontà e non capire più come potrò continuare a resistere in futuro. Sono strappato alla mia natura come una foglia caduta dalla propria pianta, fino al punto che mi si è inaridita sia la scorza [scoglia] e che la radice, trovandosi anch'esse quindi difformi dal loro essere naturale: tanto che credo che mai [più] potrò gioire, né mutare il mio sconforto in contentezza, e provar alcun conforto; solo come una tortora me ne voglio andar, voglio separare la mia vita [vivere in solitudine] in disperazione per l'eccesso dell'ingiustizia così grave che mi è stata fatta.



XIII


[ 13 : Pur a pensar mi par gran meraviglia ]

Solo a pensarci mi pare straordinario come l'umanità abbia potuto smarrirsi a tal punto da prendere il mondo senza criterio, come se durasse in eterno, e ciascuno s'ingegna a fare i propri comodi, come se non esistesse un'altra vita: e poi viene la morte e gli scompiglia i piani, facendoglieli andare a vuoto. Per quanto assista alla morte dei propri simili e veda che ogni cosa muti stato incessantemente, l'uomo non si sa raffrenare. Per questo credo che il peccato lo acciechi e lo riduca a vivere come un animale al pascolo.



XIV


[ 14 : Fra l'altre pene maggio credo sia ]

Fra tutte le pene credo che la più grande sia quella di assoggettare la propria libertà all'arbitrio altrui: intendo dire che il saggio, prima di mettersi in cammino, pensa alla via da dove passare, sì da non trovare ostacoli. Chi è preso prigioniero non può più disporre di se stesso: deve ubbidire, per quanto controvoglia, perché a un uccello preso al laccio ogni tentativo di divincolarsi fa peggio; la stretta aumenta e la forza diminuisce. Perciò, chi vuole ricevere un compenso dal suo signore, viva e faccia il suo servizio rassegnato, tanto più al dio Amore, che esige sottomissione. E voi, messere, osservante della nostra regola, pensate al proverbio che dice: "A chi serve bene non può mancare il compenso".



XV


[ 15 : Omo ch'è saggio non corre leggero ]

L'uomo saggio non s'affretta senza pensare, ma procede a passo a passo così come vuole la misura, l'avvedutezza. E dopo che ha pensato non manifesta il suo pensiero fino a che non trova conferma nella realtà. Folle è chi crede di essere il solo a conoscere la Verità e che non pensa che ci siano altri che si curano di cercarla: nessuno si deve ritenere troppo superbo, ma deve considerare la sua condizione e la sua natura. Volano nell'aria uccelli di forme diverse e hanno diversi comportamenti, né tutti volano e osano allo stesso modo. Dio creò la natura e il mondo secondo una gradualità, e fece intelligenze e capacità di sentire diverse tra loro: perciò non si può dire a nessuno che cosa debba pensare.



XVI


[ 16 : Chi vedesse a Lucia un var capuzzo ]

Se qualcuno vedesse Lucia indossare in capo un cappuccio di pelliccia, che bene le sta, non esisterebbe nessuno, da qui all’Abruzzo, che non se ne innamorerebbe di tutto cuore. Sembrerebbe, così impellicciata, figlia di un nobile della Germania o della Francia; e il capo mozzato di un serpente non si agita con la stessa frequenza del mio cuore. Ah, poterla prendere con la forza, contro la sua volontà, e poterle baciare la bocca e il suo bel viso, e i suoi occhi, che sono due fiamme di fuoco! Ma mi pento, perché ho pensato tra me e me che questo fatto potrebbe arrecare un danno che forse dispiacerebbe non poco a qualcuno.



XVII


[ 17 : Volvol te levi, vecchia rabbïosa ]

Un turbine ti prenda, vecchia rabbiosa, e un turbine ti colpisca sulla testa: perché ti nascondi tanto che la tempesta non riesce ad ucciderti? Un arco ti mandi dal cielo una saetta che veloce ti colpisca: che se ponesse fine alla tua vita noiosa, anche se non ottenessi altro, questo mi basterebbe per gioire e festeggiare. Perché gli avvoltoi, i nibbi e i corvi non si lamentano con Dio onnipotente che non ti ha reso ancora a loro? Da tempo loro ti attendono. Ma le tue carni sono tanto secche e dure, che non si affannano per averti tra le loro grinfie: questa è la ragione per cui la situazione rimane com'è e quindi tu non muori.



XVIII


[ 18 : Madonna mia, quel dì ch'Amor consente ]

Signora mia, il giorno che Amore consentirà che io cambi sentimento, volere o modo di fare o che un'altra donna per me sia più affascinante di voi, la corrente in ogni fiume scorrerà all'insù, il cieco vedrà, il muto parlerà e ogni cosa pesante diventerà leggera, tanto forte e violenta fu la ferita che mi dette Amore il giorno che vi vidi per la prima volta. Questo posso dire in tutta verità, che Amore e il destino hanno deciso fermamente che io fossi vostro, e se ciò deriva da un influsso del cielo, non crediate che niente altro mi possa mai piacere, se Dio non annulla quanto ha fissato lassù.






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